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Come è strutturato il progetto
Fondazione Unipolis ha lanciato a maggio 2022 il progetto “Bella Storia. La Tua”, un percorso formativo di 3 anni rivolto a 50 studenti e studentesse di Campania e Calabria ammessi alla terza superiore nell’anno scolastico 2022/23. Il progetto è strutturato in un vero e proprio cammino di empowerment, in cui i e le candidatз selezionatз hanno diritto ad un contributo economico, laboratori online e camp in presenza, un mentoring costante con educatorз sociali del territorio, attività di community engagement.
Cosa ha fatto Sineglossa in Campania e Calabria
Sineglossa è stata chiamata nel ruolo di partner operativo, assieme ad altre realtà che lavorano nel mondo della formazione, della cultura, della creatività, del protagonismo giovanile, dell’imprenditorialità e dell’orientamento (tra cui Cooperativa Kiwi e Itinerari Paralleli).
Ci siamo inseriti nell’offerta formativa della “palestra di competenze” costruita dal progetto portando il nostro know how su processi e tecniche artistiche per l’educazione alle life skills nellз adolescenti.
A Napoli e a Locri, rispettivamente nei due weekend 19 – 20 e 26 – 27 novembre, abbiamo proposto a 50 studentз un laboratorio di arte e competenze trasversali, in collaborazione con Giacomo Giovannetti, artista e insegnante di scuola primaria.
Con Giacomo avevamo già collaborato in diversi progetti; l’ultimo, nel 2021, è stata la versione pilota di quello proposto a Fondazione Unipolis. Un laboratorio sulla scoperta del proprio eroe o eroina interiore: Be Your Hero Art & Life Skills (che puoi approfondire qui).
Arte portatrice sana di life skills
Questo laboratorio, e la metodologia in cui si inserisce, partono dal presupposto che la scuola è un ambiente di crescita e di sviluppo dell’identità per tutta la comunità “educante” che la vive – docenti, studentз, personale parascolastico. E che lo sviluppo dell’identità è possibile se la scuola – o le realtà educative che la affiancano – costruiscono e offrono esperienze in cui allenare le proprie capacità emotive, relazionali e cognitive. Ovvero, quelle che dal 2020 l’OMS definisce Life Skills.
L’arte è “portatrice sana” di life skills: quando si produce, o si inventa, un’opera d’arte si stimola necessariamente la propria parte creativa. Ostacoli e incognite diventano occasione di scoperta, mentre la ricerca di un significato da trasmettere e condividere è un esercizio d’empatia.
Alessia Tripaldi, sociologa e formatrice
Il laboratorio guidato da Giovannetti prevede l’utilizzo di un visual book (ideato da Giacomo e supervisionato da Sineglossa), in cui attraverso una serie di esercizi e giochi creativi lз partecipanti vengono guidati a conoscere la propria non-identità e, sulla base di questo processo di negazione, identificare invece quali sono i propri punti di forza, i superpoteri.
Il risultato, alla fine di un lavoro artistico diviso in 5 step, in cui si fa uso di diversi materiali – da colla e forbici al foglio di acetato, dalla carta copiativa a uno strumento fotografico (fotocamera o smartphone) – è la rappresentazione di se stessi in forma di eroe o eroina, e la condivisione dell’output artistico con il resto del gruppo.
Recentemente, su Alley Oop de Il Sole 24ore abbiamo trovato interessanti i dati e le cornici interpretative forniti da John Bersin, esperto di risorse umane, che parla di “professioni senza routine” e “economia delle power skills” in riferimento alla crescente richiesta di competenze diverse da quelle tecniche anche per lavori che, seppure tecnici come quelli di scienziati, ingegneri e programmatori, sono allo stesso tempo attività di servizi e comunicazione. Le power skills che lui stesso individua, alla luce di anni di esperienza nel campo delle risorse umane per multinazionali americane, sono ottimismo, curiosità, generosità, felicità, ma anche etica, gentilezza, pazienza. E, ovviamente, empatia.
Citando Brene Brown, John Bersin riporta una storia evolutiva della nostra economia che va dai muscoli al cervello al cuore: nel 1800 e all’inizio del 1900 eravamo nell’era industriale, ovvero: l’era dei muscoli. Avevamo bisogno di lavoratorз con forza, destrezza e resistenza fisica. Poi, negli anni ’60 e 2000 siamo entrati nell’era dell’informazione: l’era dei cervelli, che chiedeva capacità di analisi, intelligenza grezza e potenza di elaborazione mentale. Oggi, grazie all’automazione, abbiamo bisogno di lavoratorз con empatia: siamo cioè nell’era del cuore, in cui serve saper gestire concentrazione, produttività e prestazioni.
Tutto questo per tornare a noi, e all’importanza di creare il contesto adatto per sviluppare empatia:
Non si può fare una lezione orizzontale, frontale, in cui si spiega cos'è l’empatia. E’ necessario vivere un’esperienza e, poi, ragionare su quell’esperienza, per rendersi conto di essere statз empaticз.
Alessia Tripaldi, sociologa e formatrice
Le testimonianze di chi c’era
Ora cosa succede
Lasciamo la palla a Elisa Paluan di Fondazione Unipolis, che ci spiega come il percorso prosegue nei prossimi mesi.
Rispetto alla “palestra di competenze”, al termine dell’anno scolastico lз stessi ragazzз saranno coinvoltз nel secondo camp in cui sperimenteranno la metodologia Be Your Hero Sport & Life Skills (che si può scaricare da qui), oltre che in un paio di incontri online con Alessia Tripaldi, responsabile ricerca e formazione di Sineglossa e ideatrice della metodologia, nei mesi di gennaio e aprile.
Con il mentoring partiamo subito nel mese di Dicembre con i confronti e l’accompagnamento grazie ai partner Cooperativa Dedalus in Campania e Kyosei Cooperativa sociale in Calabria per disegnare il piano individuale di ciascunз e iniziare subito a immaginare il loro ruolo da adulti nella società.
Con il community engagement, seguito per noi da Itinerari Paralleli in Campania e da Cooperativa Kiwi in Calabria, abbiamo colto l’occasione dei camp per avviare un lavoro collettivo che li porterà a disegnare la mappa dell’innovazione culturale dei loro territori con gite, confronti, testimonianze e tanti momenti di condivisione.