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Be Your Hero per minori stranieri non accompagnati

Be Your Hero Lucca campus sport soft skills maggio 2025 Ph. Sineglossa

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Cosa trovi in questa news

Di cosa si tratta

BE YOUR HERO – il format educativo ideato da Sineglossa per accompagnare giovani e adulti a scoprire i propri superpoteri attraverso Art Du Déplacement e soft skills – ha incontrato per la prima volta un gruppo di minori non accompagnati.
Dal 7 al 10 maggio 2025 abbiamo guidato a Lucca un’edizione speciale del progetto, realizzata con ADD Academy Umbria, ADD Milano e Fondazione Unipolis nell’ambito del programma
Bella storia. La tua grazie alla collaborazione con il progetto GRANDE! Giovani stRanieriAccompagnati Nei percorsi Di InclusionE, un modello di intervento integrato che consente a minori stranieri non accompagnati in procinto di diventare maggiorenni (MSNA) e ad ex-MSNA in prosieguo amministrativo, di affrontare il passaggio dal contesto protetto all’autonomia. Si ringrazia in particolare COSPE e tutto lo staff di volontari del Centro Nazionale per il Volontariato di Lucca.

L'attività con minori stranieri non accompagnati

Per la prima volta il campus Be Your Hero ha coinvolto un gruppo di soggetti vulnerabili, in particolare 20 minori non accompagnati, con background migratorio. 

Dire background (o "esperienza") migratorio significa tantissime cose: vuol dire persone che sono arrivate in Italia da sole, sulla spinta di loro desideri o della loro comunità di origine (o entrambe le cose), spesso seguendo tragitti pericolosi e disumanizzanti, psicologicamente provanti, immesse infine in un percorso burocratizzato e spersonalizzante. Significa, a volte, analfabetismo, scarsa capacità di mantenere l'attenzione su qualcosa, non praticare attività fisica, non aver la possibilità di sentire il proprio corpo, o la mente, significa dipendere dallo smartphone per sentire la propria lingua, o per vedere i video degli amici di una vita distante. Significa persone immesse in programmi amministrativi fino a 18 anni e poi abbandonate a se stesse, con il rischio di diventare clandestini e venir rimpatriate se non trovano un contratto di lavoro o un posto dove vivere.

L’adattamento della metodologia formativa

La metodologia Be Your Hero coniuga lo sport non competitivo dell’Art Du Déplacement con una riflessione condivisa sulle competenze trasversali, partendo dall’osservazione di quelle esercitate nel corso dell’allenamento fisico. Per consentire ai partecipanti, provenienti da Albania, Burkina Faso, Egitto, Gambia, Marocco, Pakistan, Tunisia, Senegal, di dialogare e confrontarsi nonostante le differenze linguistiche, alcuni strumenti della metodologia sono stati modificati, preferendo un linguaggio più visivo che verbale.

Realizzare il campus Be Your Hero con minori stranieri non accompagnati ha mostrato che il tema delle soft skills - inteso come osservare se stessi e le altre persone - si conferma uno strumento valido per la crescita personale degli adolescenti. Infatti, nel corso dell’attività pomeridiana dedicata alla riflessione sulle proprie capacità e su quelle altrui, i partecipanti hanno trovato uno spazio per raccontare la propria storia e per condividere il proprio vissuto come migranti, dimostrando un forte bisogno di poter parlare di sé.

Be Your Hero Lucca campus sport soft skills maggio 2025 Ph. Sineglossa

I risultati del progetto

Nel corso dei tre giorni i minori hanno imparato a prendere coscienza delle proprie energie e del proprio corpo nello spazio urbano, hanno coltivato fiducia e rispetto per l’ambiente e per le persone.

In un mondo performativo, in cui la narrazione dominante è "sopravvive chi arriva primo", e abituati per storie personali a non potersi fidare di nessuno, è stato spaesante per loro praticare uno sport in cui non ci fossero punti, né vincitori, né gare a quanti piegamenti riuscivano a fare. L'Art Du Déplacement li ha portati a incuriosirsi di nuovi movimenti, riattivare corpo e mente insieme, sentire il timore davanti a un esercizio, prendersi il tempo di imparare e capire come gestire gli ostacoli.

L’attività formativa è stata complessa per vari aspetti, uno su tutti quello linguistico: alcuni non parlavano né italiano, né inglese né francese. Così, chi aveva una lingua ponte ha tradotto per gli altri, con la voglia e l’interesse di coinvolgere chi sarebbe rimasto escluso per problemi linguistici. Un’ulteriore difficoltà è stata contrastare la tendenza del gruppo a perdere la concentrazione, soprattutto nel corso delle attività pomeridiane, che consistevano principalmente nell’osservare e comunicare alcuni aspetti della propria interiorità e di quella altrui: 

Al minimo segno di abbassamento del ritmo dei lavori, tendevano a estraniarsi con cellulare e sigarette: anche per noi è stato un lavoro appassionante trovare modalità gentili e coinvolgenti per tenerli focalizzati nel processo. In questi tre giorni, anche grazie alle leve dei "superpoteri" e delle testimonianze su eventi particolari accaduti la mattina, abbiamo lavorato molto sulla loro solitudine, su strumenti per comprendersi e raccontare il loro mondo interiore, su come creare insieme una situazione in cui fiducia e rispetto li facessero sentire abilitati a esprimersi.

Lavoro spesso con adolescenti, ma in questa esperienza ho riscoperto quanto la cura, la presenza e il rispetto possano incidere nel creare uno spazio sicuro. Quando i ragazzi hanno sentito di poter essere accolti senza giudizio, hanno iniziato a fidarsi, a cercare lo sguardo, a sorridere davvero. Questo ha reso l’esperienza non solo formativa, ma profondamente umana.

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