Cos’è Green Culture e perché abbiamo partecipato
Come possono le organizzazioni culturali contribuire concretamente alla transizione ecologica? È la domanda alla base di Green Culture, un percorso formativo e di accompagnamento promosso da Legambiente, Circolo del Design e Fondazione Fitzcarraldo, pensato per fornire agli enti culturali strumenti, metodologie e una vera e propria roadmap verso la sostenibilità. Al programma hanno aderito oltre 70 realtà culturali italiane: fondazioni, teatri, ETS, associazioni per lo spettacolo dal vivo, enti di progettazione culturale. Come Sineglossa, abbiamo deciso di prendere parte, nella convinzione che la sostenibilità passi non solo dalle pratiche ambientali, ma anche da una visione etica e responsabile della tecnologia e della cultura.
Il percorso si è sviluppato in tre fasi:
- Formazione (maggio–giugno 2024): lezioni frontali, casi studio e momenti di confronto online per acquisire competenze aggiornate su sostenibilità e cultura.
- Monitoraggio (luglio–dicembre 2024): raccolta dati, applicazione di strumenti, analisi delle pratiche interne per misurare gli impatti e i gap di sostenibilità.
- Co-progettazione (marzo 2025): sopralluoghi e workshop in presenza a Torino per tradurre le conoscenze in roadmap operative, insieme a tutor multidisciplinari e al/la Green Coordinator dell’ente.
La formazione online
Durante la fase di formazione, Sineglossa ha partecipato a oltre 25 ore di lezioni e workshop, che hanno affrontato la transizione ecologica da molteplici prospettive: scientifica, organizzativa, progettuale e comunicativa.
- Crisi climatica e adattamento (Andrea Minutolo, Legambiente), presentando i nuovi parametri della sostenibilità ambientale, distinguendo i dati scientifici dalla disinformazione. Particolare attenzione è stata data all’analisi degli eventi estremi, all’impatto antropico e al ruolo delle organizzazioni culturali nel contribuire alla mitigazione della crisi climatica.
- Rischi e responsabilità del settore culturale (Rubina Pinto, Legambiente): È stato affrontato il tema della vulnerabilità del patrimonio culturale tangibile e intangibile agli effetti del cambiamento climatico e dei fenomeni di degrado (frane, alluvioni, inquinamento). Le produzioni culturali, inevitabilmente impattanti, richiedono strumenti di valutazione come LCA (Life Cycle Assessment), carbon ed ecological footprint, ISO 14064 e standard GRI, capaci di misurare e mitigare gli impatti lungo l’intero ciclo di vita di eventi e progetti.
- Produzioni culturali sostenibili: È stato analizzato il quadro normativo relativo a GPP (Green Public Procurement) e CAM (Criteri Ambientali Minimi), che dal 2022 obbligano eventi e manifestazioni a rispettare requisiti di sostenibilità. Sono state discusse buone pratiche concrete in aree come mobilità, food & beverage, gestione dei rifiuti, comunicazione e responsabilità sociale, fino alla norma ISO 20121 che certifica la sostenibilità degli eventi.
- Roadmap di decarbonizzazione: Gli enti hanno imparato a mappare i macro-processi interni (progettazione, programmazione, gestione commerciale), identificare i gap e pianificare strategie di lungo periodo. La roadmap di decarbonizzazione è stata presentata come documento dinamico, non chiuso, capace di adattarsi al piano strategico di ciascun ente e orientare obiettivi, azioni e cronoprogrammi.
- Design per la transizione (Rossana Bazzano, Circolo del Design): È stato introdotto il passaggio da un approccio human-centered a un approccio planet-centered design, con strumenti derivati dal design thinking e dal service design. Sono stati presentati casi studio che mostrano come il design possa guidare strategie innovative, ridisegnare processi e migliorare l’esperienza utente in chiave ecologica.
- Data storytelling e comunicazione ambientale (Alice Corona, Sheldon Studio; Marco Capelli): Due moduli hanno riguardato il ruolo dei dati e della comunicazione. Da un lato, la capacità di tradurre i dati climatici in narrazioni accessibili ed emozionalmente coinvolgenti (reader-centered data storytelling) per rendere comprensibile l’emergenza climatica. Dall’altro, i principi di comunicazione ambientale: credibilità, coerenza tra messaggi e pratiche, trasparenza, prevenzione del rischio di greenwashing e uso consapevole dei diversi canali mediatici.
- Il Green Deal e la cultura (Paola Borrione, Fondazione Santagata): È stato approfondito il legame tra politiche europee e settore culturale: Horizon Europe, LIFE, Creative Europe, New European Bauhaus e i relativi cluster che finanziano progetti innovativi tra cultura e sostenibilità. Sono stati analizzati anche i bandi nazionali e le linee di intervento delle fondazioni bancarie, con l’obiettivo di orientare gli enti culturali a una partecipazione competitiva.
La coprogettazione a Torino
La fase conclusiva si è svolta a Torino (11–14 marzo 2025). Qui, seguendo il modello del doppio diamante (divergenza → convergenza), abbiamo lavorato con la nostra Green Coordinator e con tutor di Legambiente, Circolo del Design e Fondazione Fitzcarraldo, per elaborare un Piano operativo per la transizione ecologica da implementare internamente all’organizzazione. Le giornate hanno incluso:
- Ideazione collettiva: selezione delle opportunità più rilevanti emerse dalle ricerche.
- Formalizzazione: analisi e selezione delle idee tramite matrici di prioritizzazione.
- Roadmap: definizione delle tempistiche di implementazione e riflessioni finali.
Il percorso ha favorito un forte networking inter-ente, permettendo a Sineglossa di attivare dialoghi significativi su temi come empowerment interno, monitoraggio tramite KPI e sinergie tra etica, tecnologia e sostenibilità.







Risultati e prospettive
La partecipazione a Green Culture ha permesso a Sineglossa di fotografare il proprio livello di “maturità ecologica” (61,7% nel modello 4C di valutazione), con margini importanti di crescita nella sistematizzazione e misurazione dell’impatto. Grazie al percorso abbiamo preso consapevolezza di alcune sfide da affrontare:
- Competenze e risorse: serve una formazione continuativa che renda le pratiche sostenibili più consapevoli, strutturate e diffuse all’interno del team.
- Greenwashing vs. narrazione: la sostenibilità è da sempre parte del DNA dell’organizzazione, ma raramente viene esplicitata, per timore di incoerenze. Occorre invece raccontarla in modo trasparente e responsabile.
- Contesto operativo distribuito: lavorando soprattutto in spazi esterni e con partner diversi, Sineglossa ha un controllo limitato su energia, logistica e allestimenti. La sfida è sviluppare linee guida flessibili, capaci di incidere anche in contesti non pienamente governati.
- Digitale e AI: il tema dell’impatto ambientale delle tecnologie è ancora poco esplorato, e rappresenta un fronte cruciale per un ente che opera all’incrocio fra cultura e innovazione.
La roadmap triennale
Esito della co-progettazione a Torino è stata anche una roadmap triennale che, attraverso cinque punti strategici – dalla stesura di un regolamento interno per sistematizzare le pratiche sostenibili già condivise all’ideazione di un handbook con toolkit operativi e criteri ecologici per la progettazione culturale – accompagna l’organizzazione a raggiungere un livello più elevato di maturità ecologica. Un processo che non nasce da zero: la sostenibilità è già parte del DNA di Sineglossa, come tema trasversale che attraversa la maggior parte dei progetti, dalla rigenerazione urbana all’educazione tra pari.
In questo contesto, è emersa per Sineglossa la necessità di dotarsi di strumenti che misurano e rendono visibili gli impatti green dell’organizzazione, con indicatori chiari integrabili nel bilancio sociale. Non si tratta solo di una questione tecnica, ma di un passaggio culturale che consente di tradurre valori impliciti in pratiche osservabili e condivisibili.
Allo stesso tempo, Sineglossa ha riconosciuto la possibilità di esercitare una leadership culturale nel campo della sostenibilità, soprattutto all’intersezione tra arte, tecnologia e intelligenza artificiale. Lavorare sul binomio AI & Green significa contribuire a definire nuovi standard per il settore culturale, aprendo riflessioni critiche sugli impatti, le responsabilità e le potenzialità trasformative delle pratiche artistiche e tecnologiche.
Questa visione si è alimentata. durante il percorso, anche attraverso lo studio e il confronto con risorse e ricerche di riferimento, tra cui:
- Sustain: The Sustainability Issue – una raccolta di articoli e analisi sul rapporto tra sostenibilità e tecnologie digitali
- Sustainability in the Digital Age – un report approfondito che esplora come il settore culturale possa affrontare la crisi climatica attraverso strumenti digitali
Più che una lista di progetti da implementare, la roadmap si configura quindi come una cornice strategica flessibile, dentro cui muoversi per orientare le scelte dell’organizzazione nei prossimi anni (2025–2028), facendo della sostenibilità non solo un valore, ma una pratica concreta, dinamica e condivisa.
- Green Empowerment (Ufficio sostenibile) – regolamento interno e pratiche condivise per un ambiente di lavoro a basso impatto.
- Linee guida di produzione – un handbook con toolkit operativi e criteri ecologici per la progettazione culturale.
- Data Monitoring – sistemi di raccolta e uso dei dati ambientali e sociali, con indicatori chiari integrati nel bilancio sociale.
- Etica Tech – formazione interna e ricerca sull’intersezione tra AI e sostenibilità.
- Sharing Best Practice – diffusione esterna delle pratiche AI & Green tramite toolkit, corsi e narrazioni pubbliche.
Risorse utili
- Glossario della transizione ecologica, sviluppato dal progetto Green Culture per dare un linguaggio comune alle organizzazioni culturali
- La spinta gentile – Richard H. Thaler, Cass R. Sunstein
- Design, When Everybody Designs – Ezio Manzini
- Waste Reduction Model – EPA
- Statistiche sui consumi culturali – Eurostat
- Conferenza finale Green Culture (Torino, marzo 2025) 🎥 Guarda il video completo su YouTube
- Culture for Climate Scotland (ex Creative Carbon Scotland) sustainability policy