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IA per il patrimonio culturale: cosa stiamo facendo

generativa academy IA cultura campus 1 napoli - bernardo magnini

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Perché l’IA è entrata nel lessico dei musei

Negli ultimi anni chi dirige musei, archivi, biblioteche e imprese culturali si trova a gestire una combinazione inedita di sfide: digitalizzazione dei patrimoni, richieste di trasparenza e valutazione di impatto, aspettative crescenti dei pubblici in termini di accessibilità e partecipazione, scarsità di risorse economiche e tecnologiche.

In questo scenario l’intelligenza artificiale – e in particolare l’IA generativa – viene spesso proposta come leva strategica per:

  • sviluppare nuove forme di fruizione del patrimonio,
  • sperimentare guide e assistenti conversazionali che accompagnano la visita,
  • attivare data-driven storytelling sui fondi e sulle collezioni,
  • migliorare l’accessibilità di contenuti complessi per pubblici diversi,
  • raccogliere dati utili per audience engagement, governance e programmazione culturale.

Accanto alle opportunità, emergono questioni altrettanto centrali: come evitare “allucinazioni” e semplificazioni rispetto alle collezioni? Come integrare strumenti basati su LLM nel lavoro quotidiano di curatorз, bibliotecarз, archivistз? Quali vincoli etici e legali vanno considerati? Quali competenze – tecniche e soft – sono necessarie per una reale IA literacy all’interno delle organizzazioni?

È a partire da queste domande che Sineglossa ha iniziato a lavorare sull’IA generativa in relazione al patrimonio culturale, unendo approccio artistico, sperimentazione scientifica e co-progettazione con le comunità professionali. L’IA viene assunta come ambiente cognitivo in cui si costruisce nuova conoscenza, si amplia l’accesso al patrimonio, si creano nuove narrazioni.

Cosa Sineglossa fa nell'ambito di ricerca e trasferimento tecnologico

Una parte consistente del lavoro di Sineglossa si colloca nell’ambito della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico.

In collaborazione con l’Università di Torino e con comunità di professionistз della cultura, stiamo contribuendo a una ricerca dedicata all’uso dell’IA generativa nel settore museale, con particolare attenzione ai chatbot basati su LLM allenati su dataset curatoriali e su patrimoni digitalizzati. Stiamo raccogliendo informazioni su come, nelle istituzioni culturali nazionali, vengono progettati, alimentati e manutenuti questi sistemi; quale immagine del museo, dell’archivio o della biblioteca restituiscono; come redistribuiscono ruoli e responsabilità tra team di curatela, mediazione, IT e la governance; quali rischi etici, legali e organizzativi pongono per le istituzioni e in che modo possono favorire inclusione e diversificazione dei pubblici.

Una parte di queste riflessioni è confluita nell’articolo di Simone Natale, Bruno Surace, Enrico Mensa e Luca Befera (Università di Torino) recentemente pubblicato su New Media & Society. L’articolo, dedicato al caso del chatbot “Parla con Einaudi”, sviluppato per impersonare Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica Italiana, si interroga sulla reale efficacia dell’IA generativa in questo contesto, sul rischio di allucinazioni dell’IA e l’attenzione al rigore delle fonti e dei materiali storici proprio delle istituzioni culturali, e su quanto l’adozione dell’IA nel patrimonio culturale sia un’altra, nuova, forma di tecno soluzionismo, invece che un reale strumento di accesso e inclusione di nuovi pubblici.

overview audio generata con NotebookLM 

I risultati della ricerca che stiamo conducendo saranno pubblicati sotto forma di report che le istituzioni culturali possono utilizzare per riflettere su se e quando ha senso attivare un chatbot, come definire i confini di ciò che il sistema può dire e fare, quali condizioni sono necessarie per evitare tecno-soluzionismi e soluzioni poco sostenibili. 

Come Sineglossa lavora con le istituzioni culturali sul patrimonio e l’IA

Parallelamente alla ricerca, Sineglossa porta avanti percorsi di co-design con musei e archivi per esplorare l’IA generativa come strumento di valorizzazione dei patrimoni digitalizzati. Al centro di questi percorsi c’è lo sviluppo di chatbot e assistenti conversazionali basati su LLM allenati su dataset curatoriali e documentari selezionati, con l’obiettivo di:

  • migliorare l’engagement dei pubblici in modo inclusivo e personalizzato,
  • costruire nuovi percorsi di fruizione degli archivi e delle collezioni,
  • integrare la sperimentazione tecnologica in una cornice coerente con identità, linguaggi e missione dell’ente.

Lo sviluppo del chatbot non è il punto di partenza, ma l’esito di un percorso condiviso che si struttura intorno ad alcune fasi ricorrenti.

  1. Chiarire contesto, pubblici e obiettivi strategici
  2. Rimettere le collezioni al centro
    Lavorare con un sistema generativo significa tornare alle fonti: documentazione scientifica, archivi, cataloghi, narrazioni esistenti. Questo genera spesso un movimento interno di riascolto e rinarrazione: quali voci sono dominanti, quali marginali o assenti? Quali parti del patrimonio sono oggi sottoutilizzate?
  3. Co-progettare ruolo, tono di voce e esperienza di fruizione
    Curatorз, bibliotecarз, archivistз, educatorз, sono co-autorз del sistema, per co-progettare il tono di voce del chatbot, il perimetro dei contenuti, le modalità di interazione con il pubblico e l’integrazione con gli altri touchpoint fisici e digitali dell’istituzione.
  4. Sviluppare, testare, trasferire competenze
    Costruiamo un prototipo funzionante, calibrato sui vincoli dell’ente; lo testiamo con i pubblici per raccogliere feedback qualitativi e quantitativi; formiamo lo staff affinché possa utilizzare, monitorare e aggiornare lo strumento in autonomia.

Formare i team: academy e percorsi dedicati

Perché soluzioni di IA come queste siano sostenibili nel tempo, non basta un prototipo ben progettato: servono team informati, critici e curiosi. Per questo, Sineglossa progetta anche percorsi di formazione dedicati a chi opera in musei, archivi, biblioteche e organizzazioni culturali. Negli ultimi anni abbiamo sviluppato diversi programmi, tra cui:

Un percorso online progettato con Lo Stato dei Luoghi per accompagnare centri culturali e realtà che si occupano di rigenerazione urbana e sociale nell’esplorare le applicazioni dell’IA generativa, con particolare attenzione ai processi di rigenerazione territoriale. Iscrizioni aperte per le videolezioni on-demand

In qualità di partner di progetto, curiamo sia moduli formativi dedicati all’IA generativa per gli operatori culturali, sia moduli sulle competenze digitali per la valorizzazione del patrimonio culturale. Frutto della nostra expertise in ambito educazione informale e soft skills, curiamo un modulo specifico sulle competenze trasversali per l’IA: Iscrizioni aperte per il workshop gratuito sulle soft-skills per IA – 16 dicembre ore 14.15 e 16.30 presso Opificio Golinelli a Bologna

Un’academy gratuita rivolta ad artistз, professionistз del settore culturale e creativo e di istituzioni GLAM e ICC, con percorsi personalizzati a seconda del settore di provenienza, e laboratori di prototipazione multidisciplinari, per sviluppare una comprensione critica e consapevole dell’IA generativa. Leggi com’è andato il primo live campus a Napoli.

Un percorso di formazione per artistз e curatorз sugli strumenti di IA generativa per il patrimonio storico, realizzato con Fondazione Fitzcarraldo e in collaborazione con il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano per la fase di project work. Scopri i project work presentati a fine percorso.

Cosa possiamo fare per il tuo ente

Se lavori in un museo, un archivio, una biblioteca o un’istituzione culturale e stai cercando di capire come affrontare il tema IA, possiamo affiancarti in diversi modi. Vuoi valutare se un chatbot o un altro strumento di IA generativa ha senso per il tuo ente? Hai bisogno di framework etici per valorizzare le tue collezioni tramite l’IA in modo responsabile? Vuoi formare il tuo staff per usare questi strumenti in modo informato e critico? Stai cercando un partner per un progetto europeo o nazionale che preveda l’uso dell’IA nel patrimonio culturale? 

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